“La vita è affacciarsi alla finestra: ci affacciamo tutti, passa, corre, e qualcosa rimane”
Quando ho visto su Twitter varie ironie su Walter Veltroni mi sono chiesto il perché. In ritardo come sempre ho capito che era stata ritrasmessa la celebre partita Argentina-Inghilterra del Mondiale del 1986, quella della mano de dios e del gol del secolo, commentata da lui e da Riccardo Cucchi. Ironie perché (non l’ho vista) pare sia stata un po’ surreale, dato che facevano finta di essere veramente nel 1986. Per capirsi, a un certo punto Veltroni ha detto: “Chissà se Maradona, coi suoi piedi leggeri, prima o poi vincerà uno scudetto a Napoli…”
Ad esempio.
Ma c’era anche un’altra cosa di Veltroni in programma, e questa la sapevo. Su Rai3 è stato trasmesso “Edizione straordinaria” (si può rivedere su RaiPlay). Sì io sono fissato con gli eventi storici contemporanei, quindi avevo programmato di vederlo. Ora consiglio a tutti di prendersi un’ora e mezzo, tonda, e guardarselo.
Si parte dal 1954 e si arriva al 2020, coi carri militari fuori dall’ospedale di Bergamo e l’udienza del Papa nella deserta Piazza San Pietro.
Commento breve e d’impulso: bello e toccante. E si piange, se si è un po’ sensibili.
Credo sia emozionante per chi quelle cose le ha vissute. Ed è incredibilmente educativo e consigliato per chi invece non c’era, che siano generazione X, Y, Z o tutte ste lettere che non ho ancora ben capito a quali annate corrispondono.
Per i miei coetanei, si vede un mondo che non c’è più proprio a partire dalla struttura del documentario. Edizione straordinaria. Sì, ci sono ancora le edizioni straordinarie, ma ormai gli under qualcosa se c’è una notizia, anche importante, vengono a saperlo da Facebook, Instagram, Whatsapp… Prima c’erano le interruzioni dei programmi, ora siamo nel tempo delle notifiche.
Un’altra bella cosa è che non c’è la politica, ma c’è la storia. Certo, c’è il rapimento Moro, il malore di Berlinguer, si vedono Andreotti, Craxi, Pertini incazzato per i mancati soccorsi al terremoto in Irpinia, perfino Di Pietro. Ma si parla di storia, quella vera, che significa disastri naturali, attentati, tragedie.
C’è molto di ciò che è accaduto nel mondo, e in Italia. A livello internazionale, guerre, spazio, caduta del Muro, e tanto altro. Ma anche dell’Italia c’è parecchio, e immagino quanto sia stato dovuto scartare. Quante cose sono successe nel nostro Paese, che sarebbe bene ricordarle o saperle. Gli anni delle stragi, i terremoti, Falcone e Borsellino, il G8.
Molte di queste cose le avevo lette, ma vederle per immagini, quasi in diretta (edizione straordinaria, infatti) fa un grande effetto. La voce rotta di un collega che dovette dare la notizia della morte di Ilaria Alpi assassinata a Mogadiscio.
Un giovane Enrico Mentana che commenta l’esplosione, filmata, dello Space Shuttle Challenger, la scuola Diaz al G8 di Genova, l’annuncio in diretta della morte di Falcone e la conferma di quella di Borsellino. Giovanna Botteri che da Baghdad racconta i bombardamenti ai palazzi di Saddam Hussein, che iniziano proprio mentre lei parla, con solo un fiume a dividerla dalle bombe e la conduttrice che le dice “Giovanna prima di tutto mettiti al sicuro”.
Poi si arriva agli ultimi anni, con il primo attentato alla sede di Charlie Hebdo e tutti i successivi, il terribile naufragio di migranti del 2015, il ponte Morandi, fino alla questione del Covid.
Sono il primo a lamentarmi di quanto quest’anno sia stato una merda, ma per poter dire che è stato il peggiore della storia bisognerebbe avere memoria anche di ciò che c’era prima.
Questo documentario in qualche modo aiuta.